Declino della funzione respiratoria legato al fumo

Una dieta ricca di frutta e verdura (mele e pomodori, in particolare) rallenta il declino della funzione respiratoria legato al fumo
Il primo passo è quello di smettere di fumare. Il secondo deve prevedere l’arricchimento della dieta in frutta e verdura, che tra i vari livelli a cui espletano la loro funzione protettiva contano pure i polmoni. Questo almeno è l’indizio che emerge da una ricerca pubblicata sull’European Respiratory Journal, condotta presso la scuola di salute pubblica della Johns Hopkins University di Baltimora. Gli esperti hanno coinvolto oltre 650 persone, ex fumatori e non fumatori: tutti adulti attorno ai quarant’anni. Hanno valutato il loro consumo di frutta e verdura e misurato la funzione polmonare con esami specifici. Risultato? Al crescere dei consumi di frutta (mele, in particolare) e verdura (pomodori, in primis), gli autori hanno osservato un rallentamento notevole del declino della capacità respiratoria, in particolare degli ex fumatori.
DUE POMODORI E TRE PORZIONI DI FRUTTA AL GIORNO
I partecipanti allo studio – provenienti dalla Germania, dalla Norvegia e dal Regno Unito – hanno completato per dieci anni dei questionari, al fine di valutare le loro diete e l’apporto di nutrienti. Nel tempo si sono anche sottoposti a più riprese alla spirometria, una procedura che misura la capacità dei polmoni di assumere ossigeno. Senza tenere in considerazione alcuni potenziali fattori confondenti, come l’età, l’altezza, il peso, il sesso, il livello socio-economico e l’attività fisica svolta dai partecipanti, i ricercatori hanno notato che gli adulti che in media mangiavano più di due pomodori, o più di tre porzioni di frutta fresca al giorno, avevano un declino più lento nella funzionalità polmonare rispetto a quelli che quotidianamente mangiavano meno di un pomodoro o meno di una porzione di frutta. L’osservazione è avvenuta tanto sui non fumatori quanto su chi invece era avvezzo (o lo era stato) al consumo di sigarette ed è considerata un parametro attendibile per la misurazione della salute respiratoria. Una scarsa funzionalità polmonare – intesa come il ridotto scambio di gas a livello degli alveoli: con il sangue che preleva ossigeno e scarica anidride carbonica – è infatti spesso la causa dei decessi che si registrano in pazienti affetti da un tumore del polmone, dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e da malattie cardiache.
Dieta e attività fisica sono alleati nella gestione dell’asma
UNA DIETA PER PROTEGGERE I POLMONI?
«Le conclusioni dello studio ci restituiscono un doppio messaggio – afferma Vanessa Garcia-Larsen, docente di nutrizione umana alla Johns Hopkins University e prima firma della pubblicazione -. Una dieta ricca in frutta e verdura può aiutare a riparare i danni ai polmoni nelle persone che hanno smesso di fumare, ma anche rallentare il processo di invecchiamento degli organi in chi non ha mai fumato anche se non hai mai fumato. Un motivo in più per garantire un supporto nutrizionale anche ai pazienti o a chi comunque è considerato a rischio per lo sviluppo di una malattia respiratoria». Un’ipotesi avanzata negli scorsi anni vedeva nella dieta mediterranea uno degli antidoti all’asma. «La funzionalità polmonare inizia a diminuire a partire dai trent’anni, con velocità variabile e comunque dipendente dallo stato di salute generale di un individuo – prosegue l’esperta -. La frutta e la verdura potrebbero rallentare questo processo e finanche riparare i danni provocati dal fumo».
IL RUOLO DEGLI ANTIOSSIDANTI
Quest’ultimo processo, se confermato, potrebbe essere dovuto all’azione anti-infiammatoria degli antiossidanti presenti negli alimenti di origine vegetale. Nello specifico, l’assunzione più elevata di frutta, e di mele nello specifico, è stata associata a un calo più lento del volume espiratorio massimo (Fev), che indica la quantità di aria che una persona è in grado di buttare fuori dai polmoni in un secondo. Mentre l’assunzione di mele, banane, pomodori, tisane e, più in generale, alimenti ricchi in vitamina C è stata associata a un calo più lento dellacapacità vitale forzata (Fvc): ovvero la quantità totale di aria che una persona può inalare in sei secondi.